Aree boschive, delle radure a ridosso dei boschi, delle praterie e dei pianori carsici del Matese (Province di Caserta e Benevento)
Il Miele Millefiori di Montagna del Matese ha peculiarità dovute alla particolare floristica montana, soprattutto quando prodotto nelle aree delle radure ai confini dei boschi o nei pianori carsici (doline e polje), dove le condizioni pedoclimatiche (umidità e temperatura del suolo) e della tipologia di terreno (carsico, di dilavamento dai monti circostanti e di crosta derivata dalla risulta di vegetazione dei boschi), favoriscono una variegata flora spontanea (timo, santoreggia, origano, maggiorana. tarassaco, ranuncolo, cardo, rovo, trifoglio, asfodelo, etc), fortemente nettarifera e particolarmente aromatica. I mieli derivano da produzioni stanziali ma anche dal nomadismo operato da chi vive a valle dei Monti del Matese. I raccolti di miele sono più tardivi rispetto a quelli di valle giacché la fioritura si protrae fino ad estate inoltrata. La variegata flora spontanea, talvolta accompagnata anche da flora arborea di particolare interesse (castagno, acero, maggiociondolo) è estremamente variabile in rapporto al territorio di produzione (radure o zone peri-boschive). Talvolta più scuro, sempre fluido, con scarsa tendenza a cristallizzare, ma sempre fortemente aromatico, soprattutto con bouquet floreale. In talune aree, dove ancora ci sono coltivazioni (anche se ridotte) di Frutta Antica del Matese, sono possibili millefiori che derivano dal processo di impollinazione di queste produzioni primarie locali. In altre aree, invece, ove le coltivazioni sono state pressoché abbandonate, per la persistenza di specie arboree quali ciliegi selvatici ed amarene, si hanno millefiori che derivano dal processo di impollinazione di queste varietà. Il miele millefiori dei Monti del Matese riporta frequentemente una contaminazione favorevole di "miele di melata" derivato soprattutto da querce, faggio, conifere d'altura (abete e pino nero) e anche alberi di noce, olmo, biancospino, ginepro, salice nel periodo tra luglio e agosto. Inoltre, se durante la stagione estiva si sono prodotte le condizioni favorevoli e il clima dei mesi di settembre ed ottobre non presenta temperature già troppo basse, le api riescono a produrre anche miele dalle fioriture di edera, vitalba e santoreggia, fioriture molto presenti nelle aree di altura del Matese.
Oggi la produzione locale non segue più la tecnica tradizionale ma si è adeguata ai sistemi moderni di apicoltura, con sviluppo di apiari, soprattutto stanziali in aree controllate e nomadi in aree preferenziali, che permettono di attingere da flora spontanea montana che, per fortuna, in questi areali resta invariata, anche grazie ala inclusione della zona nell'Area Naturale Protetta del "Parco Regionale del Matese".