Comune: Caserta, Parco della Reggia, Giardino inglese
Coord GPS: 41.092618 - 14.331742
Altitudine: 97 m slm
Specie: Cinnamomun camphora (Canforo)
Circ. fusto: 370 cm
Altezza: 38 m
Età: 200
Il Parco della Reggia di Caserta fu voluto dal re di Napoli Carlo di Borbone a completamento della maestosa Reggia che, secondo le intenzioni del sovrano, avrebbe dovuto costituire il fulcro della nuova capitale del regno. Il progetto della costruzione fu affidato all'architetto Luigi Vanvitelli e la realizzazione del parco, iniziata nel 1753, rientrò fin dall'inizio nel progetto della Reggia e si protrasse per oltre cinquant'anni. La parte in piano del parco include i Parterre ed i boschetti circostanti, il Bosco Vecchio e la Peschiera grande. La Via d'Acqua ed il Giardino Inglese furono realizzati nella parte del parco sfruttando il naturale declivio del terreno che risale fino al Monte di Briano. Luigi Vanvitelli si servì per i lavori nel Parco ed in particolare nel Bosco Vecchio del capo giardiniere Martin Biancour che aveva lavorato precedentemente nei giardini della Reggia di Capodimonte. Il canforo si trova nell'area del giardino Inglese denominata Palco o prateria bassa, a sud-est, lato Puccianiello. Il giardino inglese della Reggia. Il giardino inglese è un autentico giardino di paesaggio, primo in Italia, voluto da Maria Carolina d’Austria, moglie di Ferdinando IV (re di Napoli dal 1759 al 1816, poi divenuto Ferdinando I Re delle Due Sicilie fino alla sua morte nel 1825), per rivaleggiare con i più bei giardini delle regge europee. Fu Sir William Hamilton a suggerirle di far realizzare un giardino inglese nell’area orientale del Parco della Reggia e di chiamare in soccorso di Carlo Vanvitelli, che era all’opera in quei luoghi, un abile giardiniere ed esperto botanico, attivo in Inghilterra: Giovanni Andrea Graefer. In virtù della copiosa disponibilità di acqua, proveniente dall’Acquedotto Carolino, il giardino, 23 ettari di terreno fertile ed irrigabile, fu pensato senza uno schema preciso: abolite tutte le geometrie, qui anche i vialetti sono curvilinei, a tutto vantaggio di un effetto spontaneo e naturale con numerose “sorprese”, rappresentate da laghetti, ruscelli, tempietti, e finte rovine che contribuiscono a conferire ai luoghi un’atmosfera molto suggestiva. Il canforo, di notevoli dimensioni, è situato in una zona densamente popolata da grandi esemplari arborei di specie diverse, la cui presenza è riconducibile alle attività sperimentali dell'Orto Botanico del Giardino Inglese. Il canforo è citato già da Nicola Terracciano, Direttore del Real Orto Botanico di Caserta dal 1861 al 1903. Presenta un elevato valore paesaggistico in un contesto di rilevanza unica quale l'antico Orto Botanico del Giardino Inglese di Caserta.