Foreste

Caserta - i Lecci del Giardino inglese

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Comune: Caserta, Parco della Reggia, Giardino inglese

Coord GPS: 41.074194 - 14.325793

Altitudine: 63 m slm

Specie: Quercus ilex (insieme omogeneo di 25 lecci )

Circ. fusto: 400 cm (media)

Altezza: 30 m (media)

Età: 150

Il Parco della Reggia di Caserta fu voluto dal re di Napoli Carlo di Borbone a completamento della maestosa Reggia che, secondo le intenzioni del sovrano, avrebbe dovuto costituire il fulcro della nuova capitale del regno. Il progetto della costruzione fu affidato all'architetto Luigi Vanvitelli e la realizzazione del parco, iniziata nel 1753, rientrò fin dall'inizio nel progetto della Reggia e si protrasse per oltre cinquant'anni. La parte in piano del parco include i Parterre ed i boschetti circostanti, il Bosco Vecchio e la Peschiera grande. La Via d'Acqua ed il Giardino Inglese furono realizzati nella parte del parco sfruttando il naturale declivio del terreno che risale fino al Monte di Briano. Luigi Vanvitelli si servì per i lavori nel Parco ed in particolare nel Bosco Vecchio del capo giardiniere Martin Biancour che aveva lavorato precedentemente nei giardini della Reggia di Capodimonte. Il giardino inglese è un autentico giardino di paesaggio, primo in Italia, voluto da Maria Carolina d’Austria, moglie di Ferdinando IV (re di Napoli dal 1759 al 1816, poi divenuto Ferdinando I Re delle Due Sicilie fino alla sua morte nel 1825), per rivaleggiare con i più bei giardini delle regge europee. Fu Sir William Hamilton a suggerirle di far realizzare un giardino inglese nell’area orientale del Parco della Reggia e di chiamare in soccorso di Carlo Vanvitelli, che era all’opera in quei luoghi, un abile giardiniere ed esperto botanico, attivo in Inghilterra: Giovanni Andrea Graefer. In virtù della copiosa disponibilità di acqua, proveniente dall’Acquedotto Carolino, il giardino, 23 ettari di terreno fertile ed irrigabile, fu pensato senza uno schema preciso: abolite tutte le geometrie, qui anche i vialetti sono curvilinei, a tutto vantaggio di un effetto spontaneo e naturale con numerose “sorprese”, rappresentate da laghetti, ruscelli, tempietti, e finte rovine che contribuiscono a conferire ai luoghi un’atmosfera molto suggestiva. Il doppio filare di lecci si trova all'ingresso del Parco - ad ovest - e si estende su una lunghezza di 140 m. Gli esemplari sul lato dx si alternano ad altri di Cinnamomun Camphora. Il filare, oltre a fare da sfondo alla quinta scenica dei parterres di ingresso, consente l'accesso alla porzione più antica del Parco, il cosiddetto Bosco Vecchio, preesistente al progetto di Luigi Vanvitelli. Il Bosco Vecchio, infatti, costituisce la parte rimenente degli antichi giardini di impianto rinascimentale del Palazzo degli Acquaviva, signori di Caserta, oggi sede della Prefettura. Apprezzandone il disegno e sfruttandone la ricchezza botanica, Vanvitelli volle conservare questa porzione di giardini, incrementando il numero di lecci e mantendendo la vocazione d'uso originaria come luogo di ristoro per la Corte e sito venatorio. Il Bosco Vecchio è attraversato dagli oroginari viali a raggiera ed è arricchito da statue degli Acquaviva ed altre settecentesche. L'impatto visivo dall'ingresso del Parco è fortemente suggestivo.