Comune di Paduli (BN).
Zeppola di forma allungata di colore dorato di lunghezza tra i 15 e 25 cm.
Si impasta la farina di grano duro (saragolla) con lievito madre, acqua e sale. L’impasto avviene nella fazzatora. Dopo la lievitazione si iniziano a friggere le zeppole. Si prende un pezzetto di impasto e lo si allunga con le mani, quando è abbastanza lungo e sottile lo si immerge nell’olio d’oliva bollente, contenuto in una tiella collocata possibilmente sul fuoco del camino. Le zeppole vengono girate un paio di volte nell’olio bollente e, una volta diventate dorate, saranno cotte e pronte per essere tolte dall’olio con l’aiuto di una scummarella.
Nella tradizione padulese le zeppole erano un alimento correlato alle festività natalizie, tant’è che l’espressione ricorrente era “E zeppule e Natale/ a Natale facimu e’ zeppule/ e zeppule c’e magnamo a Natale”. Nelle famiglie numerose di cento anni fa e fino al secondo dopoguerra, mentre le donne impastavano la farina nella fazzatora e le friggevano, gli altri familiari mangiavano le zeppole appena cotte, per cui spesso le donne solevano dire: “Nui a frie e vui a magnà nun putimu arrivà”.