Il territorio interessato è quello di Caggiano (SA) e comuni limitrofi
Minestra di verdure con abbondante brodo di cottura, con polpettine , accompagnata, in piatto distinto, da fettine sottili di "imbottitura" di colore giallo paglierino, e salsa piccante (vedi) Ha sapore intenso di verdura lessata, arricchita da sentori di formaggio e carni dovuto alla presenza delle polpettine. Le fettine di "imbottitura" ripiena hanno consistenza morbida e spiccato profumo di formaggi stagionati, un sapore intenso e salato di formaggi, cui si aggiunge il gusto deciso della salsa piccante. La minestra ha consistenza acquosa, con presenza di verdure, e profumi di erbe lessate di campo.
per la preparazione di questo complesso piatto si parte dalla preparazione dell'imbottitura (in realtà componente della tasca di vitello): la pancetta di vitello si stende, si batte e si cuce da un lato e si riempie con un impasto costituito da caciocavallo grattugiato, carne tritata, un po' di pane grattugiato, prezzemolo trito fino, un pizzico di pepe, uova e sale. Dopo aver riempito la pancetta si cuce l'altro lato e si mette a bollire a fuoco lento per due ore. Una volta raffreddata si taglia a fette e si serve. La ricetta tradizionale vuole che per evitare che la tasca o pettola si rompa nel brodo e quindi perda il ripieno, occorre avvolgerla in una pezzuola di lino bianca cucita intorno. La scarola viene lessata, condita con brodo di carne derivante dalla cottura della tasca, e arricchita con le polpettine formate di uova, formaggio pecorino caggianese, pepe, carne impastati fra di loro ridotti in palline delle dimensioni di un cece, che vengono passate nell'olio extravergine di oliva non caldo, e quindi lessate anch'esse nel brodo di carne precedentemente realizzato per la cottura della tasca con la relativa imbottitura.
La "minestra caggianese" e l'"imbottitura" rientrano nelle pietanze del menu nuziale tradizionale. Infatti questi due piatti, l'uno complementare dell'altro, venivano serviti tra l'antipasto e il primo. In un piatto fondo si mette la scarola e sopra le polpettine: infatti è considerato il simbolo di Caggiano, con esplicito rimando formale al monte Capo La Serra, che sovrasta l'abitato di Caggiano, con il suo caratteristico castagneto sulla vetta