Territorio interessato alla produzione
Altopiano del matese, comuni di S. Gregorio, Gallo e Letino (CE)
Descrizione
Tuberi di dimensioni medio piccole, allungati, con buccia liscia, regolare, di colore scuro con occhi numerosi, rilevati ed evidenti; pasta bianca e compatta, pezzatura variabile. La Patata del Matese, oggi praticamente scomparsa, in passato ha alimentato un fiorente commercio che raggiungeva le città di Napoli e Caserta; veniva utilizzata per minestre, previa bollitura, con erbe alimurgiche (cardillo, rapa selvatica, etc) e coltivate (minestra cusanara) più raramente fritte. Tradizionalmente, insieme ad altre varietà locali, ingrediente base anche del pane di patate, ancora prodotto a Cusano Mutri.
Descrizione delle metodiche di lavorazione, condizionamento, stagionatura
La coltivazione inizia nel mese di maggio (semina dei tuberi spaccati, in due o quattro parti secondo le dimensioni), e si chiude con la raccolta ad ottobre, manuale. Le tecniche produttive sono quelle della tradizionale coltivazione della patata in coltura principale (sarchiatura, rincalzatura senza diserbo). Le patate vengono raccolte entro sacchi di iuta e conservate in ambienti freschi e senza luce per tutto l'anno. Contestualmente alla raccolta dei tuberi viene seminata la segale ("secena"). l'abbandono delle coltivazione a favore della pastorizia estensiva ne ha determinato praticamente la scomparsa. Veniva conservato in larghe fosse scavate nel terreno, in posizione rialzate per evitare eccessiva umidità, ricoperte di felci e terreno, oppure in casolari realizzati allo scopo, da cui venivano prelevate da aperture sul tetto.
Materiali, attrezzature e locali utilizzati per la produzione
Attrezzi agricoli in genere.
Osservazioni sulla tradizionalità
Prodotto coltivato nell'areale da almeno un secolo; costituiva assieme alla segale la base dietetica delle popolazioni locali più povere.