Il cancro batterico dell'actinidia è stato segnalato per la prima volta in Giappone nell'anno 1989 su piante di Actinidia deliciosa L. In Italia è comparsa per la prima volta nel 1992 in Veneto ed Emilia Romagna. Dal 2007, sintomi riconducibili all'agente del cancro batterico dell'Actinidia, sono stati ripetutamente osservati nel Lazio in differenti impianti in Provincia di Latina e di Roma, in particolar modo a carico di piante di Actinidia chinensis cv. Hort 16 A (a polpa gialla), ed in misura minore a carico di impianti di A. deliciosa cv. Hayward.
Oggi questo batterio è inserito nella Alert List EPPO.
Sintomi e danni
Il batterio agisce a livello vascolare e una volta penetrato all'interno dell'ospite è difficile da
contrastare, così come il suo processo infettivo e i danni da esso derivanti.
I sintomi di questa batteriosi vascolare sono i seguenti:
a) imbrunimento dei fiori e dei boccioli e la loro successiva cascola;
b) presenza di necrosi fogliari di forma irregolare di color marrone scuro contornate
da un alone di colore giallo;
c) formazione di cancri su tronco e tralci con abbondante produzione di un essudato di colore rosso scuro;
d) collasso/avvizzimento dei frutti.
Nei casi più gravi si assiste alla morte
della pianta in pochi mesi.
La batteriosi quindi può; arrecare gravi danni a tutti gli organi vegetativi della pianta con forti ripercussioni economiche, soprattutto in funzione del basso livello qualitativo dei frutti, della minore produzione, nonché della mancata commercializzazione.
Il batterio può essere veicolato da differenti fattori come pioggia, vento, insetti, animali e uomo.
Il patogeno penetra nella pianta attraverso stomi, lenticelle e ferite, in particolare quelle causate dall'uomo e dalla grandine.
Misure di prevenzione