Il moscerino dei piccoli frutti Drosophila suzukii (Diptera: Drosophilidae), originaria del sud-est asiatico, è comparso in Europa nel 2008 in Spagna e in Italia, diffondendosi successivamente in tutto il continente. In Italia, D. suzukii si è diffusa in pochi anni dal Nord al Sud e nelle Isole.
La prima segnalazione di D. suzukii risale al 2012 e nel giro di pochi anni la specie si è diffusa in tutto il territorio regionale, insediandosi stabilmente.
Le colture che ricevono danni economici da D. suzukii sono ciliegio, fragola, piccoli frutti (fragolina di bosco, lampone, mora, mirtillo) e pesco (alcune cultivar).
Su ciliegio in assenza di trattamenti insetticidi specifici il danno provocato da D. suzukii può arrivare ad interessare anche oltre il 50% dei frutti, tale da rendere, sovente, non conveniente la raccolta.
Su fragola, trattandosi per la maggior parte di produzioni precoci in tunnel con raccolta da febbraio a giugno, i danni sono più contenuti. L’infestazione del dittero si concentra nella parte finale della raccolta da metà maggio a giugno, quindi sul 20-30% della produzione. La percentuale di frutti infestati in questo periodo è in media del 10%. Nelle coltivazioni a raccolta estivo-autunnale si registrano invece pesanti infestazioni con perdite di produzione fino al 50% dei frutti.
Le coltivazioni di piccoli frutti (fragoline di bosco, more, lamponi e mirtilli) sono una realtà emergente con un notevole incremento delle superfici coltivate avvenuto negli ultimi 5-6 anni. Su queste colture i danni possono essere ingenti, con punte del 70% ed oltre di frutti infestati, in particolare per le produzioni di fine estate-autunno.
Su pesco negli ultimi 3 anni sono state segnalate infestazioni nella Piana del Sele (SA) su alcune varietà a buccia sottile di tabacchiere e nettarine, con danni, in assenza di specifici trattamenti, del 30-35% e del 10-15% rispettivamente.
Drosophila suzukii è stabilmente associata ai vigneti della regione Campania. In generale, non sono stati osservati significativi danni diretti e indiretti del fitofago. L’attività dell’insetto sembra aver contribuito alla diffusione del marciume acido in alcune annate e per alcune varietà, in particolare nell’area viticola della Valle Isclero (BN), compromettendo la qualità dell’uva per la vinificazione.
Drosophila suzukii, infine, si può sviluppare nei frutti di numerose specie selvatiche e ornamentali (rovo, sambuco, gelso, caprifoglio, viburno, etc.) che, in funzione dell'epoca di maturazione dei loro frutti, possono offrire all'insetto una costante fonte alimentare nel corso della stagione.
Gli adulti di D. suzukii misurano 2-3 mm di lunghezza e sono caratterizzati da occhi rossi, torace di colore marrone-giallastro e strisce nere sull'addome. Il dimorfismo sessuale nell'adulto è molto evidente. Il maschio si distingue per una macchia scura in prossimità dell'apice distale delle ali e per due pettini di setole scure sui primi due tarsomeri delle zampe anteriori. La femmina, a differenza di altri drosofilidi, presenta un robusto ovipositore seghettato con cui può facilmente incidere la buccia dei frutti sani e deporre nel loro interno le uova.
Gli adulti si nutrono delle sostanze zuccherine di frutti sovramaturi o marci caduti a terra, o prodotte da nettari. Le uova, difficilmente visibili ad occhio nudo, sono munite di due processi respiratori che sporgono dal frutto. Le larve sono apode, bianche, a maturità raggiungono 3-4 mm di lunghezza; esse si nutrono della polpa del frutto e si impupano sia all'interno che all'esterno dei frutti attaccati. Le pupe di circa 3 mm hanno la caratteristica di avere ad un apice due peduncoli stellati.
La durata del ciclo vitale varia da poche settimane a più di un mese, in base alle condizioni climatiche, risultando più breve a temperature elevate. Una femmina di D. suzukii può deporre fino a 300-400 uova durante la sua vita, con una media di 7-15 uova/giorno ed 1-3 uova/frutto. Lo svernamento è assicurato dagli adulti in ripari vari (vegetazione, lettiera di foglie, corteccia, ambienti antropici, etc.), riuscendo a sopravvivere a temperature molto basse, anche prossime a 0°C. La maggiore attività degli adulti si manifesta a intorno ai 20°C ed in condizioni di elevata umidità. A temperature superiori ai 30°C si osserva una riduzione della longevità ed un aumento della sterilità nei maschi. A temperature ottimali (20-25°C) la D. suzukii può compiere fino a 13 generazioni/anno. Le condizioni di climatiche di scarsa piovosità e bassa umidità ostacolano la sopravvivenza e l'attività di D. suzukii.
La femmina ovidepone preferibilmente nei frutti maturi od anche in fase di invaiatura; più femmine possono ovideporre nello stesso frutto. Le larve si nutrono a spese dell'endocarpo dei frutti, causandone un rapido disfacimento. I frutti attaccati si riconoscono generalmente per la presenza di una depressione molle al tatto. L'ovideposizione favorisce, inoltre, la penetrazione nel frutto di patogeni secondari come funghi e batteri agenti di marciumi.
La lotta a questo dittero deve tendere necessariamente alla riduzione delle popolazioni di adulti prima che possano ovideporre. E’ consigliato il monitoraggio dell’insetto con trappole innescate con attrattivi alimentari a base di aceto di mele e dove tecnicamente perseguibile l’eliminazione tempestiva dei frutti colpiti caduti al suolo.
Il comportamento di questo insetto rende la difesa con la lotta chimica alquanto complessa poiché si presenta la necessità di intervenire in prossimità e durante la raccolta; è necessario pertanto ricorrere a sostanze attive con tempi di carenza brevi.
L’impatto ambientale della difesa fitosanitaria per il controllo di D. suzukii risulta essere significativo. Nel caso del ciliegio, ad esempio, l’avvento della D. suzukii comporta in media l’aggiunta di due trattamenti insetticidi al protocollo di difesa integrata.
Le sostanze attive il cui uso è consentito dai disciplinari di produzione integrata della Campania per l’anno 2024 sono:
fig. 1 diffusione mondiale del fitofago Drosophila suzukii (Matsumura). Fonte: EPPO
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